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Questa è la presunta novità che spunta dalla Legge di Bilancio 2020 rischiando di incenerire i conti correnti di chi non paga tasse e multe. Ma come sarebbe a dire?
Te lo spieghiamo in questo articolo, che parla di un provvedimento preso dal Governo per contrastare la lotta all'evasione fiscale, non solo riguardo alle imposte nazionali ma anche a quelle comunali e che usa il pignoramento conto corrente oltre alle già note utilizzate procedure di recupero forzoso.
Nonostante il Presidente del Consiglio Conte si affretti a smentire, la notizia fa il giro delle sette Chiese, e ormai circola come un batterio che avvelena la salute di tutti alla sola idea di aver a che fare con un pignoramento conto corrente. Come se non bastavano il fermo amministrativo e l'ipoteca degli immobili.
Ma pare sia proprio vero: il Governo introduce la norma sull’accertamento esecutivo per i tributi locali, nonché il blocco immediato del conto corrente, a partire dall’anno prossimo, come conseguenza diretta per non aver saldato i propri “debiti” con Stato ed enti locali.
E il blocco scatta ancora prima di ricevere la cartella esattoriale, proprio per recuperare velocemente l'ammanco di soldi.
Infatti, il già tanto discusso provvedimento fa parte di un kit di misure cautelative messe in campo dai nostri politici per recuperare gli incassi evasi relativi ai tributi locali.
E anche per scoraggiare la tentazione di disertare ancora, sia il pagamento delle imposte nazionali sia quello di IMU, TASI, Tari e compagnia bella. Tasse a oggi evase, in base agli ultimi aggiornamenti, per una cifra di oltre 5 miliardi di euro!
Quindi sembra questo l'obiettivo del Governo: punire gli evasori e puntare all'ottimizzazione della procedura di recupero delle tasse non versate. Ok, ma cosa succede nella pratica?
Tutto inizia a partire dal 1° gennaio 2020, con l'arrivo di un avviso di accertamento che il Comune invia al contribuente per intimarlo a pagare il debito.
Dopo 60 giorni - termine entro il quale presentare il ricorso - l’atto diventa subito esecutivo e se non paghi la somma indicata nell’avviso, il Comune può avviare un'azione di pignoramento del conto corrente, fermo amministrativo e ipoteca.
Quindi il rischio di vedersi il conto corrente pignorato scatta già dopo la mancata risposta all’avviso di accertamento e all’intimazione di pagamento.
Capisci bene come in effetti la procedura di recupero delle somme evase si sia molto velocizzata. Non c'è più da aspettare l'iscrizione a ruolo del debito, ovvero la cartella esattoriale.
Le procedure esecutive e cautelari - fermo amministrativo, ipoteca o pignoramento - scattano immediatamente.
Non ci sono molte chance per salvarsi dalle conseguenze dell'evasione. Le uniche due forme di tutela che la Legge di Bilancio 2020 concede ai cittadini sono:
A chi ha debiti con importo non superiore ai 10.000 euro, prima del pignoramento conto corrente, del fermo amministrativo e dell’ipoteca, arriva un sollecito di pagamento. Pagamento che potrà essere saldato anche a rate, onde evitare le procedure di recupero forzato.
Ma attenzione, ribadiamo che può regolarizzare la propria posizione pagando il debito a rate soltanto chi non supera la somma di 10.000 euro.
Per tutti gli altri, molto probabilmente si tratterà di valutare altre strade.
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Scritto dalla redazione di Casadasoli.it
