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Mercato Immobiliare: facciamo il punto in un momento critico e pieno di contraddizioni

Foto Mercato Immobiliare: facciamo il punto in un momento critico e pieno di contraddizioni
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Tassi ai minimi storici per i mutui sulle case, una tendenza apparentemente favorevole all’acquisto, il mercato immobiliare nel 2020 oscilla mostrando dati contrastanti, con un calo generale dei prezzi delle case per via della situazione caotica che stiamo vivendo ormai da mesi.

È in corso una fase di assestamento di cui è difficile, tuttavia, prevedere tempi e numeri.

 

Compravendite in calo per tutto il 2020

Secondo il rapporto Nomisma – Osservatorio sul mercato immobiliare – Luglio 2020 – che si è concentrato su alcune città italiane fra le quali Milano, Roma, Bologna, Catania, Firenze, Napoli, Torino e Venezia, le compravendite sono passate dalle 603mila transazioni del 2019 alle 494mila del 2020 (-18%). 

Un risultato che può dare segni di squilibrio oscillando tra le 471mila (-22%) e 518mila compravendite (-14,1%).

Nel frattempo, una delle poche certezze è che sono cambiate le priorità delle famiglie italiane che, dopo l’isolamento forzato a causa dell’emergenza sanitaria, hanno maturato altre necessità abitative.

 

Come cambia la ricerca della casa ideale dopo il Covid

La casa più ambita ora non è più in città e in posizione centrale, dove si trovano perlopiù le taglie piccole, monolocali o bilocali – con spazi intelligenti e mobili a scomparsa.

Ora la ricerca mette in primo piano un prototipo di abitazione con spazi più ampi, seppur periferica ma che abbia uno sfogo esterno, balcone, giardino, terrazzo o qualsiasi altro ambiente che rappresenti una via di fuga dalle 4 mura domestiche.

La corsa all’ecosostenibilità era già in atto prima del Covid, ma ora il sentimento per una vita più sana e svincolata dai confini urbani si fa ancora più forte e convinto, condizionato anche dalle modifiche alle modalità di lavoro (da remoto) e dallo spazio che bisogna ricavarsi in casa.

Una necessità, dunque, quella di cercare immobili dai tagli diversi e in zone che ne permettano la reperibilità.

In effetti, l’abbiamo vissuta brutta in quei mesi di lockdown, sotto tutti i punti di vista, da quello sanitario, emotivo ed economico. E naturalmente a risentire di tutto questo pandemonio da pandemia, anche il mercato immobiliare.

I cali importanti del prezzo delle abitazioni sono evidenti, nell’ordine del 5-10%, e tante persone sentono il fiato sul collo, una grande premura di vendere per far cassa, anche perché sono in tanti a non riuscire più a pagare il mutuo. A bocce ferme sembrerebbe che tutto stia giocando a favore dell’acquisto di casa. Ma attenzione a guardare l’altra faccia della medaglia.

Ben venga per chi vuole acquistare e può farlo a cuor leggero, non significa che convenga farlo a occhi bendati, incantati dalle occasioni e dai tassi in ribasso, perché siamo pur sempre in un momento in cui la situazione rischia di diventare davvero precaria per moltissime famiglie italiane della fascia di ceto medio-bassa, quella che campa di lavoro.

 

Conviene acquistare casa di questi tempi?

La domanda che nasce spontanea a fronte dei tassi bassi e del calo dei prezzi, è come muoversi in questo momento così delicato che non lascia ancora intravedere il destino di tante famiglie italiane sul fronte del lavoro.

Possono pure esserci occasioni ghiotte, ma c’è anche da considerare che il minor reddito per la chiusura delle attività e per la perdita di lavoro pesa sicuramente sulle valutazioni da fare per l’acquisto di una casa.

Il contesto economico era già marchiato a fuoco prima della pandemia, da anni ballerino, diciamo pure complicato e con un forte indebitamento. Non c’è dubbio che dopo i mesi di pandemia si sia entrati in una fase ancora più delicata, per non dire critica, dove si cammina sul filo del rasoio e in cui bisogna fare molta attenzione ai passi falsi.

Se da un lato sembra un momento propizio per comprare, dunque, dall’altro bisogna considerare anche altri fattori che entrano in gioco se si considera lo scenario generale. Come detto, ma ribadiamo, a comprare senza il mattone sul cuore possono essere le famiglie del ceto medio-alto, ma cosa succede a quelle che rischiano di perdere il lavoro?
 

Posto di lavoro a rischio per oltre un milione di italiani

Soltanto il mese di marzo ha registrato una diminuzione dell’occupazione pari a -27mila unità, mentre nel trimestre gennaio-marzo 2020 il calo è stato pari a -94mila unità. A perdere il posto di lavoro sono state 18mila donne e 9mila uomini.

Le famiglie hanno dato fondo ai loro risparmi e sebbene il decreto legge abbia sospeso i licenziamenti, questo provvedimento non durerà per sempre, mettendo a rischio nel prossimo futuro lo stipendio di uno, o di tutti e due i componenti del nucleo familiare.

A rischiare il posto di lavoro è oltre il milione di persone con la condanna a morte dell’11% della capacità produttiva italiana.

Il decreto legge contro i licenziamenti è stato varato dal Governo per contenerne la crescita a causa della crisi economica determinata dall’emergenza sanitaria. Il provvedimento si appoggia sulla norma che sancisce la sospensione del licenziamento a partire dal 17 marzo, data di entrata in vigore del decreto Cura Italia. (cfr. art. 46 del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18).

Ma come detto, questa norma non varrà a tempo indeterminato e l’unica cosa certa è che senza provvedimenti – rapidi e concreti – la situazione non accenna a migliorare nell’immediato futuro.

 

Scritto dalla redazione di Casadasoli.it

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